Trasformazioni corporee

Il termine trasformazione corporea esprime un concetto di sensibile modificazione qualitativa e quantitativa della composizione corporea grazie ai profondi cambiamenti positivi che essa comporta nell’adattamento ultimo della morfo-somatica dell’individuo – laddove indicare tali risultati semplicisticamente con termine “miglioramento della composizione corporea” non renderebbe ragione del drastico quanto importante cambiamento relativo tra una condizione di composizione corporea precedente ed un’altra successiva.

N.B.: Poiché in tal contesto si sta disquisendo in un’ottica fitnessiana di miglioramento della composizione corporea è necessario dare per sottinteso che quando si parla di variazioni quantitative dei 2 compartimenti si intenda per la massa magra un suo aumento e per la massa grassa un suo decremento.

Le interazioni reciproche delle variazioni quantitative tra massa magra e grassa che possono indurre miglioramenti tali da essere catalogati come “trasformazione” possono essere le più disparate.

Normalmente, però, il compimento di un vero e proprio rimodellamento morfo-somatico lo si ha quando date le condizioni di partenza di composizione corporea di un individuo, uno dei 2 compartimenti (massa magra, massa grassa) varia in modo sensibile da un punto di vista quantitativo o, meglio, quando siano entrambe a variare in modo sensibile.

4 esempi “tipo” di riferimento che possono rendere chiaro il concetto di trasformazione sono i seguenti:

  • 1° caso: condizione di partenza con elevati livelli di massa grassa ed adattamento morfologico finale dato da IMPORTANTE decremento di massa grassa e contemporanea conservazione quantitativa della massa magra.
  • 2° caso: condizione di partenza con bassi livelli di massa grassa e massa magra ed adattamento morfologico finale dato da IMPORTANTE incremento della massa magra (derivante da massa muscolare) senza contemporaneo incremento della massa grassa.
  • 3°caso: condizione di partenza con alti livelli quantitativi di massa magra e massa grassa ed adattamento morfologico finale dato da incremento della massa magra (derivante da massa muscolare) e contemporaneo ed IMPORTANTE decremento della massa grassa.
  • 4° caso: condizione di partenza con alti livelli quantitativi di  massa grassa e bassi livelli di massa magra (derivante da bassi livelli di massa muscolare) – “OBESITA’ SARCOPENICA” – ed adattamento morfologico finale dato da IMPORTANTE incremento della massa magra (derivante da massa muscolare) ed altrettanto importante decremento della massa grassa.

Per quanto tali casistiche riflettano TUTTI esempi tipo di TRASFORMAZIONE CORPOREA, le ultime due (3° e 4°) rappresentano quelli più eccelsi poiché più drastici nel rimodellamento morfologico dato che sono entrambe i macro compartimenti ad andare incontro a SENSIBILI variazioni quantitative.

Ovviamente le possibilità ed opzioni di variazione singola e reciproca dei macro compartimenti così come le loro accezioni di variazione quantitativa che soddisfano in pieno i presupposti del termine “TRASFORMAZIONE” possono essere molteplici, pertanto le 4 casistiche sopra riportate sono quelle più rappresentative ma non le uniche in quanto non comprendono le condizioni “DI MEZZO”.

Dato il significato teorico-concettuale del termine “trasformazione corporea”, questo diventa fattivo solo se esistono gli elementi che ne consentono una trasposizione sul piano pratico-applicativo.

Gli elementi sono di diversa natura e la mancanza di uno solo di essi non solo può compromettere l’estrinsecazione dei toni qualitativi e quantitativi più elevati di un miglioramento della composizione corporea che ne attribuirebbero così, appunto, l’accezione di trasformazione, ma altresì precludere qualsiasi tipo di miglioramento della stessa composizione corporea.

Elementi strutturali della trasformazione corporea

L’aggettivo “strutturale” che accompagna il sostantivo “elementi” suggerisce il ruolo che gli stessi hanno ai fini di tale adattamento. E cioè tali elementi sono di essenziale importanza affinché il miglioramento o, meglio, la trasformazione possa strutturarsi ed in modo permanente.

Gli elementi sono 2:

  1. Elemento psicologico
  2. Elemento programmatico

Elemento psicologico

L’elemento psicologico fa riferimento all’attitudine e forma mentis del singolo verso l’iter intrapreso per il miglioramento/trasformazione.

Ai fini del successo nel processo di trasformazione (così come ogni cosa che nella vita si decida di intraprendere) non vi è cosa più importante di:

A) Volere una cosa

e

B) Protendere tutte le proprie energie e mezzi per rendere operativo il proprio modello comportamentale verso il raggiungimento della cosa ambita.

Il punto “B” non esiste mai senza il primo (nessuno impiegherà mai energie per qualcosa che non è tra i propri interessi).

Ma, allo stesso tempo, il punto “A” da solo non è sufficiente.

Ne sono un caso tipico i deterrenti e gli impedimenti che ci si crea in riferimento al fare qualcosa poiché più accettabili rispetto all’ammettere a sé stessi il non esser in grado (per qualsivoglia motivo) di iniziare o portare a termine ciò per cui si è espresso, nella maggior parte dei casi “verbalmente”, il proprio intento nel voler raggiungere l’obiettivo prefissato.

Esempio: da lunedì (o dopo Natale/le vacanze) mi iscrivo in palestra/inizio a mangiar meglio (per queste persone il lunedì sembra non arrivare mai e le vacanze mai trascorrere…); Sono ingrassato/a perché stressato/a (come se qualcuno obbligasse le persone stressate a scegliere cibi spazzatura piuttosto che cibi salutari). Etc.

Il volere tanto una cosa ha un senso se i comportamenti che ne seguiranno supportano l’intento espresso!

Le persone dotate dell’elemento psicologico proteso al successo (in questo caso verso un radicale miglioramento della propria composizione corporea) sono quelle che forniscono carta bianca fin da subito con “i fatti”.

Sono coloro che, per esempio, non opinano le scelte alimentari, non si tirano indietro verso allenamenti intensi e non saltano gli stessi allenamenti (salvo imprevisti o cause di forza maggiore) finché non vedono la propria meta ambita raggiunta e soddisfatta!

Individui dalla forma mentis di tal tipo sono pochi ma sono anche quelli che se dotati del giusto elemento programmatico danno vita a veri e propri casi di trasformazione corporea così come quelli che ho potuto documentare attraverso le opportune immagini e video filmati del “PRIMA” e “DOPO”.

Elemento programmatico

E’ il mezzo attraverso il quale l’elemento psicologico si struttura in modelli comportamentali (stile nutrizionale, allenamento anaerobico ed aerobico, programma di supplementazione naturale, etc.) ottimamente concepiti ed indirizzati nell’evocare il risultato ambito.

L’elemento programmatico è l’insieme degli stimoli esterni per i quali il corpo deve necessariamente rispondere con alterazioni (ENZIMATICO,METABLICO,STRUTTURALI) finalizzate a far raggiungere all’individuo una condizione di equilibrio ad un livello di adattamento più elevato (ALLOSTASI) in modo da poter rispondere in modo più proficuo, in futuro, a tali stimolazioni.

Il risultato finale dell’insieme dei processi di adattamento (ALLOSTASI) in risposta a stimolazioni costanti (come quelle summenzionate) e, quindi, non occasionali è il MIGLIORAMENTO DELLA COMPOSIZIONE CORPOREA.

L’insieme degli stimoli propri dell’elemento programmatico sono:

  • Stile nutrizionale
  • Allenamento anaerobico
  • Allenamento aerobico
  • Programma di supplementazione naturale

Perché il risultato finale possa essere un miglioramento della composizione corporea o trasformazione corporea è necessario che la programmazione dei singoli sia erudita.

E perché lo sia, ognuno di essi deve essere redatto non solo attraverso il metodo scientifico ma deve anche – e soprattutto – tenere in considerazione le disponibilità psico-fisiche dell’individuo “qui e ora” cioè al momento in cui gli stessi vengono creati e via via modulati costantemente in virtù degli adattamenti che nel tempo si manifestano nell’individuo.

Se i fattori dell’elemento programmatico non fossero razionalmente e scientificamente intesi ed elaborati in relazione alle condizioni funzionali e di composizione corporea dei singoli, le possibilità di fallimento sarebbero molteplici e sommariamente potrebbero essere comprese dal rappresentare stimoli sotto soglia tali da non produrre per il corpo alcun motivo per adattarsi e, quindi, produrre risultati (di tipo funzionale quanto morfologico) fino ad essere eccessivi impedendo, così, di conquistare nuovi e più elevati livelli di adattamento producendo, invece, effetti indesiderati (SOVRACCARICO ALLOSTATICO).

Pertanto la reale “trasformazione corporea” è funzione della somma e sinergia della bontà e validità degli addendi costituenti il binomio: ELEMENTO PSICOLOGICO (proprio dell’individuo) + ELEMENTO PROGRAMMATICO (trasposizione pratico-applicativa delle competenze del personal trainer a favore del trainee o persona allenata).