Come scegliere il Personal Trainer

Come scegliere il personal trainer giusto per raggiungere le proprie mete (siano esse inerenti il dimagrire o aumentare la massa magra o entrambe) diventa un aspetto cruciale soprattutto in riferimento a due condizioni:

  1. per la necessità di poter sapere selezionare a fronte di un’offerta professionale oltremodo dilagante;
  2. perché il non fare la scelta giusta significa anche (e non solo) non avere risultati!

Dalla traduzione meramente letterale il personal trainer è l’allenatore personale!

E questo è fatto risaputo.

Ma il significato letterale trova qualificazione di professionalità e competenza non certo nella semplice individuazione di colui sotto la cui egida l’allenamento viene pianificato e, quindi, condotto ma solo ed esclusivamente quando in egli è intriso il know how necessario a soddisfare gli obiettivi del trainee (cioè la persona allenata).

All’interno di un contesto fitnessiano il know how deve essere il più variegato possibile ma soprattutto altamente specialistico poiché gli obiettivi dei singoli possono essere i più disparati ed altrettanto dicasi per le condizioni di partenza degli stessi (per esperienze motorie e sportive, vissuti, composizione corporea, età, sesso, stile di vita, per la presenza o meno di stati infiammatori, etc.).

Il know how è dunque la discriminante della competenza del personal trainer!

Il know how del personal trainer è variabile dipendente del suo percorso formativo (studi ed applicazioni su campo).

Pertanto, l’analisi del percorso formativo del personal trainer è predittiva del tipo di know how posseduto e, quindi, anche delle sue competenze e capacità che egli possiede nell’analisi delle casistiche che gli si presentano, elaborazione dei programmi individualizzati e soprattutto nel soddisfare gli obiettivi dei singoli!

Quindi, se il personal trainer al quale ci si è affidati non dispone delle competenze e bagaglio tecnico-scientifico necessari a condurre verso la meta ambita e prefissata, certamente i criteri con cui lo si è selezionato e scelto tra tanti non sono stati ottimali.

Aspetti di natura multifattoriale relativamente ai filtri soggettivo-valutativi dei singoli giocano ruoli deterministici nella selezione del personal trainer verso il quale si reputa opportuno affidarsi.

Alcuni di essi sono: immagine, carisma, charme, notorietà, pubblicità, titoli.

Laddove tali elementi risultino – seppur in qualche modo – di rilievo non rappresentano, tuttavia, l’essenza che forgia quelle capacità professionali che, invece, dovrebbero ricercarsi e trovarsi nella figura del personal trainer quale garanzia per il raggiungimento dei propri obiettivi.

La soluzione dell’enigma – circa i fattori di attendibilità professionale sui quali poter improntare una scelta oculata – risiede nei RISULTATI!

Risultati oggettivamente misurabili e, quindi, quantificabili che il personal trainer – oggetto di interesse professionale da parte del potenziale trainee – è stato in grado di far ottenere alle persone che a lui si sono rivolte.

La referenza professionale dei “risultati” ottenuti sulle persone seguite – in modo diretto o a distanza – è sicuramente l’unico parametro oggettivamente misurabile sull’erudizione e qualità di competenze che caratterizza il know how del personal trainer.

Le referenze in tal senso intese risultano ancora più importanti all’interno di tal settore di mercato soprattutto in seno all’attuale e crescente tasso demografico di obesità e sovrappeso.

Tale status epidemiologico socio-demografico rappresenta esso stesso motivo d’incrementata domanda all’interno del circuito dello star bene e del fitness.

Ed il mercato si è adattato di conseguenza – al fine di soddisfare l’impennarsi della domanda del ritornare a star bene ed in forma – attraverso un’esponenziale offerta formativa di operatori fitness e personal trainer.

Sono, infatti, numerosissime le federazioni e associazioni sportive che istituiscono corsi per la formazione di personal trainer di ogni livello e grado.

Molti di questi corsi non richiedono alcun accesso/selezione per titoli o test d’ingresso (basti pensare che anche chi possiede la sola licenza media può accedervi! Dunque su quali basi va a poggiare la preparazione “specialistica” che tali corsi dovrebbero profondere?! Ma il personal trainer non è forse colui che ha a che fare con la salute altrui attraverso “l’esercizio fisico”?!); durano dai 4 agli 8 “weekend” ed alcuni non richiedono alcuna frequenza e permettono di conseguire la certificazione con esame finale, addirittura, “online”.

Un iter formativo un po’ troppo semplicistico quanto superfluo per poter rappresentare l’ineluttabile specchio di una preparazione adeguata al titolo conseguito: quello di “personal trainer”, cioè di colui che deve saper e poter far allenare nel rispetto delle conoscenze anatomiche, kinesiologiche, biomeccaniche e fisiologiche che presiedono alla correttezza tecnica dei movimenti e di quelle biochimiche necessarie a scandire le intensità allenanti nonché di quelle psicologiche volte ad una proficua interazione con le varie casistiche che di volta in volta ci si potrebbe trovare ad interagire, ma soprattutto per poter erogare un servizio nel pieno rispetto e tutela della salute e dell’integrità psico-fisica del singolo.

Ma il paniere del sapere necessario per svolgere in modo competente tale professione è ben più vasto e non è certo riassumibile nel contesto di tale pagina web tanto meno all’interno di un gap temporale di qualche weekend!

Per quanto, poi, le tematiche e contenuti sviluppati all’interno di alcuni di tali corsi possano rappresentare una valida guida operativa per la conduzione della professione rimangono su un piano strettamente teorico e mai pratico.

Importante è sottolineare che con ciò il sottoscritto non intendere minimamente asserire che tutti i corsi per personal trainer non siano validi (ben lungi da me) o che non possano fornire validi spunti formativi o che attraverso la loro frequenza non possano certificarsi validi personal trainer top level.

L’osservazione è solo riferita alla constatazione fattiva che dati gli elementi ed i presupposti formativi con cui si arriva alla certificazione di “personal trainer”, la stessa non è diretta ed automatica garanzia di alta formazione e, quindi, di competenza per colui che l’ha conseguita.

Lo stesso può essere vero anche per il livello di competenza e know how derivante dagli operatori che vantano un iter formativo- curricolare di natura universitaria scremato dall’applicazione specifica in ambito specialistico.

Per quanto il tipo di formazione sia di elevato livello – e lo è senz’altro sulle discipline scientifiche – presenta profonde lacune negli aspetti specifico-specialistici e pratico-applicativi in relazione al target fitnessiano.

L’accezione di specifico-specialistico nella fattispecie di tal contesto volto al miglioramento della composizione corporea si riferisce al bodybuilding.

Per “specifico” ci si riferisce ai caratteri (mezzi e metodi) che deve possedere lo stimolo allenante ai fini del conseguimento di una determinata capacità.

Per “specialistico” ci si riferisce ai fini caratteri che devono forgiare “l’allenamento specifico” per poter condurre alla migliore performance e/o gesto motorio tipico della disciplina sportiva di appartenenza.

All’interno della disciplina bodybuilding, l’utilizzo dei pesi rappresenta l’accezione “specifica” dell’allenamento. Ciò perché attraverso il loro utilizzo è possibile agire sui singoli distretti muscolari del corpo forgiandoli funzionalmente ma soprattutto morfologicamente secondo i criteri della stessa disciplina.

Invece, l’accezione “specialistica” si somma all’allenamento specifico (quello coi pesi, appunto) quando lo stesso presenta quelle impostazioni strutturali (intensità, frequenza, pause di recupero, etc.) atte a produrre esclusivamente o primariamente il miglioramento della composizione corporea e non prioritariamente altri tipi di adattamenti che seppur importanti e di rilievo assumono toni specialistici in riferimento ad altre applicazioni ed indirizzi di allenamento specifico coi pesi (ad esempio: powerlifting, weightlifting, etc).

Perché il bodybuilding come approccio “specialistico”?

Qual’è in nesso tra bodybuilding e semplice star bene e ritornare in forma?

La maggior parte dell’utenza si iscrive e frequenta le sale pesi dei centri fitness e palestre alimentata dal desiderio di un miglioramento del proprio stato di salute e forma fisica.

Tali due obiettivi passano necessariamente per un rimodellamento/miglioramento degli aspetti quantitativi e qualitativi della composizione corporea!

Il bodybuilding attraverso i suoi connotati programmatico-strutturali che ne forgiano gli aspetti nutrizionali e d’allenamento è la disciplina che più di qualunque altra agisce in modo diretto e selettivo sulla composizione corporea del singolo migliorandola.

Ciò perché non esiste altra disciplina/sport nella quale il livello di performance corrisponde al livello qualitativo della composizione corporea.

Seppure altri sport “possano” portare ad un miglioramento in tal senso, questo è sempre un co-effetto e MAI l’obiettivo primariamente ambito.

Esempio: Vi sono nuotatori che presentano un ottimo livello di composizione corporea ma il non possederlo non è riflesso del non essere un ottimo o eccellente nuotatore.

Invece, non si può essere degli ottimi bodybuilder o cultori del fisico se non si raggiungono i livelli di composizione corporea necessari ad esaltare le qualità fisico-estetiche tipiche della disciplina.

Per quanto non sia obiettivo di coloro che siano intenti al miglioramento della composizione corporea (al fine di migliorare il proprio stato di salute, benessere e forma fisica) essere anche bodybuilder (così come per coloro che per fare del sano movimento praticano sport da combattimento o che escono in bicicletta la domenica NON necessariamente intendono rispettivamente diventare fighter o prendere parte al giro d’Italia) tuttavia il bodybuilding è l’unico approccio che mira in modo diretto al miglioramento della stessa composizione corporea.

Pertanto, il bodybuilding è il mezzo più diretto attraverso il quale poter modificare quantitativamente e qualitativamente i macro compartimenti della composizione corporea (massa magra e massa grassa) PUR NON DOVENDO NECESSARIAMENTE DIVENTARE BODYBUILDER O CULTURISTI!!!

BODYBUILING come mezzo per arrivare al livello di MASSA MAGRA E MASSA GRASSA desiderati e non già PER DIVENTARE LA MASSIMA ESPRESSIONE DELLA DISCIPLINA INTRAPRESA!

Anche in seno agli studi specialistici universitari delle Attività Motorie, il Bodybuilding come materia d’indirizzo specialistico per l’allenamento coi pesi NON ESISTE!

Invero il personale presente nelle sale pesi e certificato come “altamente qualificato” per via degli studi curricolari intrapresi (che dovrebbe dispensare altrettante nozioni di alta specializzazione che spaziano dalla corretta esecuzione degli esercizi a come reclutare e stimolare in modo ottimale e selettivo i ventri muscolari per il recupero di alterazioni funzionali tra muscoli agonisti ed antagonisti, per sopperire ad alcune carenze muscolari o semplicemente per soddisfare scopi ipertrofici demandati dall’utenza, ed altro) si trova ad esercitare in qualità di professionista all’interno di aree inerenti il bodybuilding e fitness in generale pur non avendo mai avuto a che fare con fitness e bodybuilding ne a livello teorico tanto meno sul campo!

E le conseguenze non sono solo mancanza di risultati in relazione agli sforzi profusi (relativamente a tempo, denaro ed impegno fisico coinvolti) ma anche strutturazione di schemi motori, tecniche esecutive viziate, etc.

Esempi:

  • Trazioni frontali alla lat machine che invece di garantire un movimento di adduzione delle spalle sul piano frontale si trasformano in movimenti di estensione della spalla sul piano sagittale che fan si che l’esercizio sia più assimilabile ad un “pulley orizzontale” (per il movimento in senso antero-posteriore che ne deriva) che non all’esercizio originario con le ineluttabili conseguenze di stress lombare e reclutamento dei fasci medi del trapezio e romboidei piuttosto che del muscolo gran dorsale in modo elettivo.
  • Squat libero. Non sorprende, nella maggior parte dei casi, che lo stesso mantenga integro solo il “nome” ma che da un punto di vista esecutivo assomiglia più ad un “good morning” (con il conseguente massivo intervento dei lombari e scarso reclutamento di glutei, posteriori della coscia e quadricipiti) o un “Sissy squat”  per l’eccessivo spostamento in avanti delle ginocchia rispetto alla linea orizzontale immaginaria che congiunge le punte dei piedi (con un importante stress sul tendine rotuleo).
  • Esercizi multi articolari come “squat libero” e “stacchi da terra” completamente aboliti da qualsiasi protocollo d’allenamento perché, a torto, considerati “pericolosi” ma gli UNICI in grado di offrire stimolazioni trofiche su glutei e tutta la muscolatura degli arti inferiori (e non solo) di entità sensibilmente superiori e neppure comparabili alle macchine guidate tanto ambite dal gentil sesso per sviluppare i glutei (come gluteus machine ad esempio). Oppure la sostituzione di essi con le loro varianti guidate alla stazione Multypower…(l’uomo che si adatta alla macchina e non il contrario…con il conseguente arricchimento di tutti i deficit motori e funzionali derivanti da posture non naturali e da benché minimi impegni nelle capacità coordinative e loro sviluppo).
  • Movimenti che mancano di contrazioni isotoniche/auxotoniche di tipo eccentrico per lasciar spazio ad allungamenti passivi con tutte le conseguenze che ciò determina nelle capacità di reclutamento muscolare, nella qualità dello stimolazione trofica e sulla salute delle articolazioni coinvolte nel movimento “NON CONTROLLATO”!

Gli esempi potrebbero proseguire all’infinito quante sono le possibilità di errore che si possono osservare – in seno alla macchina uomo in movimento contestualizzata alla fattispecie dell’allenamento pesi in sala – e che non vengono corrette!

Il messaggio, dunque, è che relativamente alla validità dei criteri sulla selezione di un altrettanto valido personal trainer i titoli e le certificazioni, per quanto già di per sé risultano criteri selettivi, non rappresentano una garanzia assoluta della sua competenza quanto i risultati OGGETTIVAMENTE CONSTATABILI riportati da terzi che si sono rimessi all’egida dei suoi allenamenti ed impostazioni programmatiche.

Pertanto, prima di affidarvi ad un personal trainer che potete selezionare tra i tanti  operanti all’interno delle dedicate strutture o contattare su internet, accertatevi sulle loro referenze in termini di risultati fatti conseguire e che allo stesso tempo siano OGGETTIVAMENTE DOCUMENTABILI!

Un esempio sono, ad esempio, le foto del “prima” e del “dopo” delle persone allenate. Queste non mentono (salvo il possibile inganno che si cela dietro loro alterazioni con programmi di foto ritocco).

Risultano, invece, poco attendibili (o per niente) le rappresentazioni fotografiche nelle quali:

  1. il soggetto viene ritratto nel “prima” in una posizione (esempio di lato) e nel “dopo” in un’altra (ad esempio frontale);
  2. il soggetto viene fotografato nel “prima” e “dopo” a distanze diverse;
  3. si cela il viso del soggetto fotografato;
  4. non si inserisce nome e cognome del soggetto fotografato.

Nei punti 1 e 2 le circostanze con cui vengono scattate le foto alterano la capacità di misurare in modo inconfutabile ed oggettivo la qualità dei miglioramenti documentati; nel punto 3, le possibilità che le foto del “prima” e “dopo” non appartengano alla stessa persona non sono da escludere; invece, nel punto 4 è difficile riconoscere la persona fotografata.

Alcuni riportano le testimonianze (senza mostrare foto e/o video del “prima” e “dopo”) dei loro clienti “soddisfatti” per i risultati conseguiti.

Se tali testimonianze non sono a completamento di risultati oggettivamente constatabili e derivanti da un’analisi comparativa tra la composizione corporea del prima e dopo (attraverso le opportune foto e video) rimangono solo parole e grafemi fine a sé stessi e non documentabili!

Se il vostro interesse è ottenere garanzie sulla qualità della prestazione dovete andare alla ricerca di RISULTATI che “parlano” da sé e NON di persone che li “raccontano”!

Per essere attendibile agli occhi di terzi, il sottoscritto ha sempre cercato di rendere i risultati ottenuti dalle persone allenate i più constatabili e trasparenti possibili attraverso le foto ritraenti la loro condizione fisica del “PRIMA” congiuntamente a quella del “DOPO”.

E per fugare qualsiasi dubbio sulla loro autenticità, in seguito, ho provveduto a corredare la documentazione fotografica con quella video.

Quanto esposto rappresenta una valida via su come scegliere il personal trainer tra i tanti che esercitano su campo e quindi poter filtrare attraverso diversi elementi la sua validità e competenza nel settore.